lunedì 11 febbraio 2019

L'ARTE DI AVERE A CHE FARE CON LE DONNE



ARS AMANDI


Da sempre la donna adesca l’uomo
coi suoi malefici e i suoi “ti amo”
da quando Eva ha imbrigliato Adamo
e l’ha persuaso a mordere il pomo

E tende ogni sorta di tranello
per vandalizzare i cuori inermi
e occorrono mille stratagemmi
per non soccombere nel duello

Che le tue afflizioni e le tue voglie
non ti consumino poco a poco
dacché l’amore è soltanto un gioco
e non rende più di ciò che toglie

Per gli spasimi della passione
non passare le tue notti insonne
e dalle lacrime delle donne
non farti muovere a compassione

E non mettere niente nel piatto
che ella ti implori coi suoi lamenti
le donne non hanno turbamenti
e piangono solo per ricatto

Occhio a quella timorata e casta
la giudiziosa e vergine sposa
in amore la donna è curiosa
e il cuor di un solo uomo non le basta

Diffida sempre della modesta
dalle schive occhiate fuggitive
ella conosce le sue attrattive
e sa come prenderti la testa

E attento a lei che mai si concede
ma che ti tenta più del demonio
del suo corpo ella fa mercimonio
e ottiene più di quello che chiede

La voglia non ti offuschi la vista
e rifuggi l’amor mercenario
poiché non v’è prezzo al tariffario
che vale il gusto della conquista

A nessuna concedi la resa
ma non inseguir chi ti è fuggita
perché meno la donna è inseguita
tanto più desidera esser presa

E non cedere allo scoramento
in amor vince chi non s’arrende
ed ogni lacrima che ti prende
fagliela pagar con altre cento

Prima di fiondarti sulla preda
addolcisci il cuore dell’amica
dacché non v’è niente in quel che dica
cui ingenuamente l’altra non creda

Sempre ella è prodiga di consigli
tanto più è sordida e impudica
sì che l’un con l’altra vi inimica
e la ghermisce con i suoi artigli

E poi per vincere la tua amante
ricorri a inganni e sortilegi
ché se in amore esistono leggi
è soltanto per essere infrante

E appellati a ogni altro artificio
per fare macerie del suo cuore
dopotutto anche il dio dell’amore
reclama vittime in sacrificio

Ma risparmiati dal confessare
le tue debolezze e patimenti
poiché lei vi affonderà i suoi denti
se le mostrerai la giugulare

Sii senza scrupoli e brutale
declamale frasi licenziose
e offrile in dono mazzi di rose
solo il giorno del suo funerale

E non credere a un sol giuramento
della sua linguaccia ingannatrice
tutto quello che una donna dice
tu scrivilo pure sopra il vento

Insorgi e non chiedere permesso
ma trasgredisci ogni suo divieto
e non confessarle mai un segreto
se non vuoi lo sappia l’universo

Poi se ti confondi e cadi in fallo
non occorre fare penitenza
la donna è votata all’indulgenza
per il piacere di perdonarlo

E quando rabbiosa ed infuriata
ringhia e in preda all’ira ti ingiuria
concedi il tuo petto alla sua furia
ed attendi che si sia sfogata

Ma non appena resterà muta
montala come meglio gradisce
se una donna scalpita e nitrisce
è perché vuol essere fottuta

Non tentar di proferir parola
se incalza con tono inquisitorio
ella non vuole il contraddittorio
le basta contraddirsi da sola

Sorridile e rasserena il volto
poiché lei annusa la tua paura
e quel che dice non darti cura
ella per prima non si dà ascolto

E se non vuoi perdere la posta
non giurare il vero e non mentire
perché se non sai che cosa dire
è lei a suggerirti la risposta

Non sferzarle subito la schiena
qualora agisse senza il tuo avvallo
ma sii paziente ché il cavallo
con man dolce meglio si raffrena

Redarguiscila con mano giusta
e non stringer troppo la catena
ma se mostra i denti e si dimena
allora tira fuori la frusta

Ribellati sempre alle sue leggi
e combatti la sua tirannia
e se cade in preda all’isteria
non assecondare i suoi vaneggi

E quando dirà “io me ne vado”
e vorrà del tempo per pensare
sappi che la vedrai ritornare
poiché a riflettere non è in grado

Eccovi dunque insegnato l’estro
per mettere Venere a tacere
andate amanti fra le sue schiere
e dite che Andrea vi fu maestro




  


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