L’arte non deve evocare l’emozione umana, ma
l’impassibilità divina.
La segreta ambizione di ogni pittore è quella di rendere ovvio il fatto che tutta la Creazione sia un plagio della sua opera.
La segreta ambizione di ogni pittore è quella di rendere ovvio il fatto che tutta la Creazione sia un plagio della sua opera.
Il pittore non dipinge mai il soggetto del
suo quadro in quanto non ritrae altro che il proprio stile. Tuttavia la
presenza di un modello gli è ugualmente indispensabile per soddisfare la vanità
di avere un pubblico e il proprio sadismo di vederlo immobile.
L’opera pittorica è un palazzo nel quale lo
spirito del creatore aspira a rifugiarsi ma che, una volta terminato, lascia il
suo proprietario fuori la porta.
L’arte non deve attingere gli stati
d’animo dalla vita, ma è la vita che deve apprenderli dall’arte. Quest’ultima è
la liturgia di qualsiasi emozione, che altrimenti sarebbe inesprimibile.
La decadenza della pittura è imputabile
esclusivamente ai modelli che non compiono più alcuno sforzo per assomigliare
ai propri ritratti.
L’artista è l’apprendista stregone che pretende di padroneggiare le arti
infernali, ma la sua opera è l’arca che lo mette in salvo dalle conseguenze
della propria irresponsabilità.
Dipinse il proprio autoritratto, e lo trovò così somigliante che si
appese alla parete.
Una violinista è l’ideale sublime del femminino: l’arte addomesticata
dalla natura. Nella dissonanza armonica del conflitto il violino abdica come strumento musicale e si offre come accessorio ornamentale della donna.
La poesia non è il nodo d’amore tra il poeta
e la donna, ma è la donna il nodo d’amore tra il poeta e la sua poesia.
Solo i poeti dilettanti scrivono componimenti
sull’alba. I grandi poeti non si svegliano mai prima di mezzogiorno.
Scrisse poesie per dare un senso alla sua
tristezza, fu triste per dare un senso alle sue poesie.
Il senso della poesia lo conferisce il suono,
l’intonazione le dà la forma, e il suo significato ha il pregio di essere
assolutamente insignificante.
La poesia è il più sofisticato dei
linguaggi dell’arte essendo una sintesi fra il potere evocativo dell’immagine
pittorica, che si manifesta nella rappresentazione calligrafica della parola, e
quello armonico-musicale della sua conversione fonetica.
La rima e la metrica sono gli strumenti
con cui il poeta traduce ritmicamente l’archetipo originario universale. Dal
momento che quest’ultimo è inaccessibile a qualunque comprensione intellettiva
necessita di una conversione sonora per manifestarsi altrove, essendo la musica
la sola lingua ordinatrice del cosmo. Pertanto, per obbedire al vincolo delle
regole compositive e riflettersi nel gioco degli specchi rimici secondo uno
schema di associazioni per immagini, si oggettivizza in una forma che sia
incomprensibile persino a un commesso viaggiatore.
La rima è l’eco di una verità impronunciata.
Il destino ineluttabile dell’arte è quello di
affogare nel lago sul quale riflette il volto del mondo.
L’arte è lo specchio che ha reso
l’umanità visibile a se stessa. La prima reazione è stata la sorpresa della
scimmia, la seconda la vanità della donna che nel contemplarsi troppo a lungo è
giunta alla conclusione che i suoi lineamenti somigliano a quelli di una
scimmia.
Non vi è nulla di romantico in un tramonto.
E’ solo una citazione letteraria della natura per fare digerire agli spettatori
la prolissità della sua opera.
Ciò che fa di uno sgabello un’opera
d’arte in una mostra di esposizione è il divieto di sedervisi sopra. Il difetto
della praticità viene sublimato dalla proibizione del servirsene.
Un estintore appeso alla parete di una casa comunale è dopotutto solamente un estintore. Ma se il medesimo estintore è appeso alla parete di un museo ne conviene che è un’opera d’arte. Ciò che determina l’effetto artistico non è l’oggetto in sé, ma la sacralità del luogo in cui è posto così come l’erotismo di una caviglia femminile non può mai prescindere da un contesto sociale. Soltanto l’occhio dell’esteta può apprezzare la blasfemia dissacrante del contrasto essendo l’effetto riempitivo dell’estintore quello di sottintendere un’assenza, ma solamente un villano se ne servirebbe per spegnere un incendio.
Una
rappresentazione pittorica è un elemento esclusivamente decorativo, mentre la
cornice assolve una funzione necessaria in quanto salvaguarda l’integrità
dell’opera dalla promiscuità della vita. In assenza di essa l’effetto artistico
si disperderebbe e il filisteo non saprebbe da che parte puntare il naso.
Non c’è bisogno di scrivere un’opera in sette
volumi per annoiare il proprio lettore. Se si è un bravo scrittore lo si
potrebbe fare ugualmente in sette righe.
Il feticismo
letterario del bibliofilo è una necrofilia appassionata con aggravanti platoniche.
Non si possono più scrivere tragedie
teatrali da quando il Fato ha abdicato alla fede collettiva, rinunciando a
intrecciare sapientemente i fili dell’esistenza secondo i suoi imperscrutabili
disegni. Nell’epoca del libero arbitrio le azioni sono esclusivo capriccio
degli uomini e pertanto ogni tragedia è destinata a risolversi in farsa.
Il teatro è l’espediente con cui l’astuzia prometeica degli uomini
inganna i propri Dei offrendo al loro appetito, anziché un sacrificio di carne,
una simulazione di cartapesta. Per mezzo di questa messinscena essi distraggono
l’occhio della divinità e così facendo ne eludono la sorveglianza per l’intera
durata della rappresentazione.
La morte scenica di un eroe tragico è
un olocausto sufficiente per appagare l’appetito di una divinità, e il rituale
che anticipa tale offerta votiva è rivolto a favorirne la digestione.
Lo scrittore non
sapeva quale iniziativa far intraprendere al proprio personaggio e quindi, per
prendere tempo, decise di fargli fumare un sigaro. L’apatia creatrice dei
romanzieri sta decisamente nuocendo alla salute dei loro soggetti.
La citazione è un espediente con cui i pessimi scrittori e quindi i
bravi giornalisti invocano un’aria classica per dare respiro ai loro cori di
campagna, provocandole la morte per asfissia.
Il poeta è un tale che cataloga le cianfrusaglie della sua anima con lo
spirito dell’antiquario e riesce a spacciarle al pubblico come articoli da
collezione.
Solo un grande poeta può scrivere una poesia
brutta. Un poeta mediocre, per quanto si sforzi, non può che scrivere una
poesia mediocre.
L’arte risponde sempre a un quesito
morale, ma tutta la morale è una questione estetica.
La vera avanguardia
del nostro secolo è la pretesa sovversiva del borghese di scandalizzare
l’amoralità dell’artista, il quale non ha altra scelta per salvaguardare la
propria indecenza che quella di rifugiarsi nella pedanteria.
Ricercare la morale in una poesia è come
ricercare la poesia in un’opera morale.
La poesia, nella sua più perfetta
espressione, è un componimento musicale il cui spartito è impronunciabile per
qualunque lingua. Ugualmente la musica perfetta si dissolve nelle sfere della
poetica e la sua lettera è illeggibile al maestro d’orchestra.
La musica pulisce lo spirito laddove la
parola lo inquina. Essa è il solo linguaggio di Dio, ma il diavolo per
sussurrare all’orecchio degli uomini si serve della letteratura.
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