mercoledì 26 giugno 2019

Apologia del diavolo


Si farebbe un torto al diavolo se si ritenesse che egli operi in opposizione a un ordine cristiano e morale dell’universo, né gli interessa esercitare il proprio imperio sul mondo o di spodestare Dio dal suo trono celeste. L’unico movente che lo spinge ad agire è un istinto ludico e capriccioso che talvolta maschera sotto le spoglie di un ideale nobile o di un imperativo estetico. In principio si è affrancato dalla beatitudine divina per opporre la propria individualità dinnanzi al mondo, poiché il mondo esiste solo in opposizione alla sua individualità. Ha rinunciato ad ascendere nell’Olimpo per erigersi a guardiano della Terra, questo ghetto spregiato da Dio, appestato fra gli appestati, e mischiarsi agli uomini, che egli disprezza ed ama a seconda della sua natura volubile, e di cui scimmiotta e asseconda le passioni dell’anima poiché a lui sono proibite. La sua diserzione è anche la sua vanità, che sfoggia come un marchio di levatura spirituale e distinzione aristocratica. Eternamente inconsolabile egli veglia sugli uomini per consolarli, o per punirli, per illuminarli o per dileggiarli secondo il suo capriccio. Egli è anche un ammiratore della virtù, non già come valore etico che gli è impossibile comprendere benché talvolta posi da filantropo, ma come espressione estetica, e ugualmente deplora il vizio nelle sue più turpi manifestazioni. E’ capace del sommo bene e del sommo male indifferentemente, dal momento che entrambi non lo riguardano. Amante delle scienze e delle arti, egli è il genio del mondo che ispira l’umanità e al contempo la spinge a perpetuarsi soffiando sulla fiamma del suo impulso vitale. Egli ha creduto di aver addormentato Dio col suono del suo violino, ma in realtà sta solamente sognando un Dio che dorme.   


Breve resoconto sulla Chiesa cattolica, da discutere come ordine del giorno nel prossimo Consiglio dei cardinali


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