La
blasfemia più intollerabile della Chiesa è quella di volersi modernizzare e
adeguare ai gusti morali dei propri contemporanei. Ormai si pretende persino
che il Padreterno muti i suoi convincimenti millenari secondo i tiramenti
dell’opinione pubblica, vengono allestiti balli e coreografie per non appisolare i fedeli durante la funzione, a
qualunque analfabeta è concesso di interpretare le Sacre Scritture e a chiunque
di sbandierare in piazza la parola di Dio, anche a coloro cui Dio non
rivolgerebbe mai la parola. Ottenere una scomunica è diventato più impegnativo
che procurarsi una licenza di pesca. E il rogo? Piuttosto che bruciare un
eretico si preferisce annacquarlo con i propri piagnistei. Il sorriso della
bonomia ecumenica ha svelato le zanne cariate dalla zuccherosità delle sue
acquasantiere. Perduta la magnificenza terrificante degli incensi e delle
cattedrali, spogliatasi francescanamente della sontuosità dei suoi orpelli,
l’ospizio di Dio è ormai un centro ricreativo per perpetue e questuanti
esattoriali. Da tempo è stato anche abolito l’Inferno per non turbare la
serenità di un qualsiasi agente assicurativo e se ne deduce che il Paradiso
sarà così inflazionato da bravi cristiani da non potervi trovare più un momento
di pace. Questa pretesa di tenere il passo della propria epoca riporterà la Chiesa
ai nastri di partenza, e per la vergogna i suoi adepti dovranno tornare a
seppellirsi nelle catacombe come topi. Anzi, dal momento che sono diventati
così buoni potrebbero essere riciclati per affinare il palato dei leoni
nell’arena: la salvezza dell'anima come garanzia proteica. Tuttavia il fatto che Dio non si curi più delle amenità dei suoi
fedeli e si guardi bene dall’esprimere qualunque opinione in proposito dovrebbe
bastare a convincere persino un cardinale della sua esistenza.
Nessun commento:
Posta un commento