mercoledì 10 marzo 2021

Dettagli piccanti della mia prima volta

 


E’ tutto apparecchiato per la mia sverginatura. Il sindaco in persona si è calato dall’alto per raccomandarmi di presenziare alla cerimonia di iniziazione. Sono in un cul-de-sac. Cosa vogliono da me quei cacasangue? Deflorarmi il naso, ovvio. Sturarmi le froge con il tampone vaticinante! Ma io ho ancora un po’ di pruderie. Finché ho potuto me la sono sfangata e ho mantenuto intatta la virtù del mio naso. Contavo di preservarne l’integrità fino alla conclusione della pandemia e poi esibirla pubblicamente davanti l’incredulità popolare come le stimmate della rettitudine. Aspiravo a un naso immacolato, catartico, morigerato!... Auspicavo che proprio dalle sue cavità pelagiche sarebbe saltato fuori il redentore messianico. Toh, avrei mondato l’umanità con uno starnuto! Ma l’onorabilità del mio naso ha i minuti contati. Vogliono fruconarci dentro! I delatori mi aspettano al varco per punire la mia diserzione…pensano che sia l’ora che mi cavi il ruzzo. Dicono che sia piacevole, che una volta provato non si torni più indietro. Insomma, dovrei piantarla di rimestarmelo con le dita! Questi lazzi da pederasta mi fanno venire il disgusto….sono un tipo blasè, io. Mi infameranno per santocchieria, quegli svescioni, pur di vedermi zufolare dal naso…capite? Dovrei nascondermelo in tasca, il naso, ma stavolta non posso tirarmene fuori con un gioco di prestigio.

Per scamparla avevo firmato un vadimonio, questa è la verità, ed ora Shylock viene a reclamare la sua libbra di carne. Ben fatto pappatacio! Non sperare di farla franca e accollati il basto!..Devo farmi stantuffare la ciafrocca, rassodare i proceri! In orario di lavoro per giunta. Ma io ho in programma di leggere Senofonte fino alla pausa pranzo, mica ho tempo per queste chiappolerie! E poi non capisco perché diavolo farmi ficcare il batocchio nel naso. Saranno tre settimane che non caccio neanche uno starnuto. Sono così sano che quegli scannapane dei miei colleghi iniziano a sospettare che io sia asintomatico.

Il buon senso ci sta fottendo l’anima. Rimpiango i vecchi tempi quando potevo sputare nell'occhio di qualcuno senza scatenare la sua indignazione civica. Quando mi ci soffiavo il naso sulla teppaglia!

Anche la capessa vuole il mio scalpo. Mentre tento di svignarmela mi arraffia per il colletto e organizza il rituale sodomitico. Lì su due piedi non riesco a trovare una scusa per declinare l’invito senza alludere al fatto che si sia bevuta il cervello. Questa storia della pandemia ci sta un po’ sfuggendo di mano. Meglio infilarmi in bocca il bavaglio di Angerona per non strozzarmi con la lingua. Annuisco stronfiando con un’alzata di spalle. Mi decido di darle l’ingoffo.

Scortato dal mio manovaldo vado a farmi disonorare. L’ariolo mi attende per trapassarmi col bacolo. Essendo la mia prima volta mi aspetto quantomeno un corteggiamento preliminare, magari un mazzo di rose o un invito a cena, o qualche cianciafruscola lasciva sussurrata all’orecchio. Niente di tutto questo. Mi sgnacca il bacchio tra le ganasse senza neanche lubrificarlo. Mi ravana il naso a mandritta e di sbiescio. La penetrazione mi duole, in un primo momento, poi inizio quasi a godere. Ma proprio sul più bello, quando sono a un passo dall’amplesso, tira fuori lo scatapocchio. Non mi chiede neanche se ho gradito.

I risultati del tampone? Non mi hanno più richiamato. Mi sono sentito usato e messo da parte. Neanche una cartolina o una telefonata di cortesia. Niente di niente, quei porci! Per consolarmi mi hanno spiegato che è la prassi quando non viene riscontrato il virus pandemico. Quindi sono sano? Non ci avrei mica giurato! Però se ci penso, chissà, dico per dire, se con una mezza tacca di febbre rantolo nel mio letto di morte magari sono in grado di tenere il polso della mia salute senza che intervenga il vergello di Ascelpio a preconizzarmi l’ovvio. Toh, eccola qui la scienza medica in tutta la sua tracotante prescienza: non è in grado di leggere la scaggia quando ce l’hai scritta in fronte e vaneggia di trarre divinazioni da un foglio bianco.

Tornato in ufficio i miei colleghi mi chiedono come è andata la sverginatura. Recensisco come segue: dolorosa, rapida e insoddisfacente. Per rincuorarmi mi dicono che la prima volta che ci si fa ficcare è sempre così, ma che poi con l’abitudine ci si prende gusto...

 

LA MASCHERINA (controindicazioni da Covid-19 e seguenti)

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