In che rapporti sono la psicanalisi e l’arte?
In quelli di un cerino che pretende di illuminare il sole.
L’arte non è commestibile e il temperamento
artistico è sempre l’effetto di una cattiva digestione.
Il proposito che ispira ogni scrittore
a realizzare un’opera è quello di depistare i propri lettori da ciò che gli
passa per la testa.
Il suo talento poetico era ancora acerbo, ma
grazie alle numerose esperienze e alle buone letture divenne subito
marcio.
Il poeta attinge i suoi suoni dalla
tavolozza dei colori, e pertanto
la sua opera è impronunciabile all’orecchio, ma entra tutta nell’occhio.
Le esperienze di un poeta non lo riguardano
mai personalmente, ma dal momento che se ne serve come pretesto letterario
allora non riguardano più neanche i suoi lettori.
E’ di cattivo gusto che un poeta scriva la
propria autobiografia, e sarebbe già sospetto il fatto che abbia avuto il tempo
di viverla.
Lo scrittore ha una costante inquietudine verso la morte che può
superare solamente qualora gli sia permesso di mettere mano al suo necrologio.
L’artista sa fare tutto, ma a parte questo
non sa fare nient’altro.
L’arte è un ragionato conflitto di tutte le percezioni sensoriali, nel
quale trionfa ineluttabile il senso del gusto.
L’arte può anche indagare l’interiorità di un commesso d’ufficio, come
ha da tempo dimostrato la narrativa russa. Ma il fatto che la legge vieti
all’artista di aprire un dipendente comunale e frugare tra le sue viscere per
studiarne la funzionalità organica impone che egli se ne astenga in segno di
protesta.
Ormai l’unica trasgressione letteraria possibile per uno scrittore è
censurarsi. Ma neanche il proibizionismo artistico è più sufficiente a
soddisfare la morbosità del pubblico, e persino non scrivere affatto non offre
più garanzie di non essere citati.
Gli scrittori buoni quando muoiono vanno in
Paradiso, quelli cattivi finiscono nel Purgatorio di un’opera autobiografica.
L’ozio costringe l’artista a tali fatiche che spesso fantastica di poter
anche lui dedicarsi ad attività più inutili e riposanti, come ad esempio
lavorare.
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