mercoledì 2 gennaio 2019

Del perché i magistrati non dovrebbero occuparsi di magistratura, e del perché neanche i poeti dovrebbero farlo

Del perché i magistrati non dovrebbero occuparsi di magistratura, e del perché neanche i poeti dovrebbero farlo



Un magistrato è il depositario del bene e del male sulla terra, ma difettando di qualunque conoscenza dell’uno e dell’altro non è in grado neanche di infilarsi le dita nel naso senza l’ausilio scolastico delle istruzioni per l’uso. Il suo apparato intestinale è infatti troppo grossolano per digerire il frutto proibito, e dal momento che gli è rimasto in gola rischia solo di strozzarcisi. Forse sarebbe auspicabile sottoporre ciascuno di essi a un periodo di coercizione obbligatoria prima di permettergli l’esercizio della propria funzione giudicante e beneficiare così degli effetti di educazione morale che la pena giudiziaria vaneggia di perseguire. D’altronde solo il poeta può legittimamente sedere sul trono di Salomone avendo sufficiente spirito estetico per risolvere le brutture della materia, ma fortunatamente se ne tiene a distanza così da evitare che i magistrati comincino a scrivere poesie.    


DIZIONARIO DELLE PAROLE BUONE



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