giovedì 17 gennaio 2019

Consigli a proposito di libri mai letti e ipotesi di suicidio


Questa mattina, con lodevole anticipo, mi sono stati recapitati in casa alcuni libri che avevo ordinato nei giorni scorsi. Quando si tratta di cose di nessuna urgenza, va detto, i servizi postali sono sempre molto efficienti. La mia reazione vedendo quella pila di opere letterarie è stata di isterica inquietudine. Ho sbuffato, inveito contro il postino, preso la refurtiva, e me la sono portata in camera da letto. Guarda un po’ non bastava essermeli comprati, adesso mi tocca anche leggerli. Ebbene sì, arrivati ai trent’anni leggere diventa una sorta di tic nervoso, un’abitudine malsana. Un vezzo per spiriti satolli, ecco. E allora perché li hai comprati, mi direte. Per leggerli, è ovvio. Che domanda del cavolo. 
Sbracato sul letto scartabello il pacco postale e catalogo i nuovi arrivati. Vediamo un po’:

Noi” di Zamjatin, l’antesignano della distopia orwelliana, e vabbè.
Apollineo e Dionisiaco” di Giorgio Colli, ma tu guarda.
Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” di Konrad Lorenz (mi chiedo quale sia l’ottavo).
Ubik” di Philip K. Dick e tutti i racconti scritti dal medesimo tra il 1964 e il 1981.
La miseria della condizione umana. De contemptu mundi”, di Lotario di Segni, alias Papa Innocenzo III.
Fuoco fatuo” di Drieu La Rochelle, sul tema del suicidio, per stare allegri.

A proposito di suicidio, in questo periodo devo convenire di non soffrire affatto di picchi di depressione. Ne consegue che godo di quella lucidità di spirito per pensare al suicidio costantemente. Non credo tuttavia che manterrò fede al mio proposito nel breve periodo. Innanzitutto per pigrizia esistenziale. In secondo luogo perché dovrei prima consultare dei tutorial su come eseguirlo in modo indolore e senza sporcare il pavimento. Il terzo motivo è perché non ritengo che il vuoto che lascerò nel mondo possa essere colmato con la mia assenza.
Tornando ai libri menzionati converrete che sono la persona più indicata per poterveli consigliare: non avendoli letti non c'è pericolo che il mio giudizio ne sia influenzato, e quindi sono in una posizione di insospettabile imparzialità. Inoltre c’è da dire che raramente vengo deluso da un libro che acquisto personalmente. Ammetto di avere un certo fiuto letterario su queste cose. Per lo stesso principio un libro che non abbia letto non vale la pena di essere letto, altrimenti va da sé che l’avrei letto.
Do un’altra sbirciatina sul retro dei libri, devo scegliere il primo: li scruto, ne sventaglio le pagine, li annuso, li metto contro luce, ci ticchetto sopra con le dita, alzo gli occhi al soffitto e penso…che palle!


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